Battaglia di Ahmed Khel, 1880
Scenario coloniale, preso dalla raccolta di Chris Leach, l’autore del regolamento Battles For Empire II. Pezzi in 10mm di Mauro.
- Army General: Stewart
- Leaders: Two Leaders, one attached to the Advance Guard and one attached to the Main Column
- Units deployed on-table:
- Advance Guard
- ⢠19th Punjab Infantry: 2 units, Trained Colonial Recruits, 2nd Rate, regulars, modern rifle
- ⢠19th Bengal Lancers: 1 unit, Trained Colonial Recruits, 2nd Rate, elite, modern rifle
- ⢠Artillery: 1 gun, modern field, 1st Rate Ammunition Mules: 1
- Units deployed off-table: Main Column
- ⢠59th Foot: 2 units, British Regulars, 1st Rate, Brittle, modern rifle ⢠2nd Sikhs: 2 units, Trained Colonial Recruits, 1st Rate, one elite
- and one regular, modern rifle
- ⢠3rd Ghurkhas: 1 unit, Trained Colonial Recruits, 1st Rate, elite, modern rifle
- ⢠2nd Punjab Cavalry: 1 unit, Trained Colonial Recruits, 2nd Rate, regulars, modern rifle
- ⢠Artillery: 2 guns, modern field, 1st Rate Ammunition Mules: 1
- Army General: None
- Leaders: Four Leaders deployed as desired by the Afghan player. Up to two commanders may be assigned to the off- table mounted units
- Units deployed on-table:
- ⢠Riflemen: 12 units, âPathans,â 5 x 2nd Rate (2 modern rifle and 3 muzzle-loader rifles) and 7 x 3rd Rate (3 modern and 3 muzzle- loader rifles and 1 smoothbore (Jezzails)), regulars
- ⢠Swordsmen (Ghazi): 6 units, âPathans,â elite
- Units deployed off-table:
- ⢠Mounted: 4 units, âPathansâ, regulars
La battaglia
Un’immagine del ridente villaggio di Ahmed Khel, costruito in mezzo ai monti, nella vallata che ospita la strada per Kabul.In questa immagine si vede in lontananza la strada principale e l’avanguardia britannica.Le prime truppe ad entrare in ordine di marcia sono i lancieri del Punjab, una sezione di artiglieria e due compagnie di fanti indiani.La colonna ha avuto ordine di avanzare in ordine di marcia, riportare immediatamente al generale Stewart, che si trova a qualche chilometro di distanza, di eventuale presenza nemica.I lancieri preferirebbero andare in esplorazione, invece di marciare lungo la strada, ma gli ordini sono chiari.La colonna avanza costeggiando una altura ripida, ricoperta di vegetazione sparsa e di pietre.Qualche abitazione nativa e terreni coltivati lungo la valle amena.ma…Tutto ad un tratto appare il nemico, nascosto in sangar ben mimetizzati tra le pietre, sul fianco dell’altura di destra. Il fuoco iniziale e’ molto ben mirato, i fucili sono moderni. Le perdite ricevute dalla colonna imperiale sono notevoli. La sezione di artiglieria ‘ oggetto del fuoco piu’ micidiale. Gli afgani, conoscendo le capacita’ dell’artiglieria britannica concentrano il fuoco ed annichiliscono in pochi minuti la sezione.Il resto delle truppe innestano le baionette e si preparano al combattimento. I lancieri in particolare decidono di avanzare al galoppo lungo la strada per meglio sfuggire al tiro nemico.
Dalla ridente città ‘ cominciano a sentirsi delle grida di guerra.Qualche tempo dopo, la colonna principale dell’esercito britannico arriva sul luogo dello scontro.
Le due compagnie indiane dell’avanguardia si aprono in schermaglia e rispondono al fuoco. Il tiro e’ poco efficace perché’ i nativi sono sparpagliati e ben protetti dai loro sangars.Anche la colonna principale comincia a schierarsi in battaglia, con l’ordine di attaccare il nemico sulle alture. Questa e’ senz’altro la posizione difensiva piu’ forte, con le truppe meglio equipaggiate dell’esercito afgano, ma il generale britannico, per mostrare il coraggio dell’esercito indiano e la sua professionalità nel comando, considera l’inferiorità ‘ tattica una sfida.
Le batterie inglesi, alla fine della colonna finalmente arrivano e manovrano per portarsi in posizione di tiro.Qualche chilometro poi’ avanti i lancieri del Punjab si spingono fuori strada, verso l’imbocco di una stretta valle che si affaccia su quella principale.I cavalieri indiani non arrivano nemmeno ad esplorare la valletta perché’ una grossa formazione di cavalleria nemica esce urlando e con una carica fanatica li attacca in una mischia mortale…Gli indiani sono truppe professioniste e si difendono molto bene, causando enormi perdite ai montanari a cavallo, ma l’inferiorità ‘ numerica e’ grande.Dopo aver respinto una prima ondata di cavalieri, una seconda ondata miete molte vittime. L’ufficiale inglese a capo dello squadrone spara tutti i proiettili della sua pistola d’ordinanza, riesce per un attimo a catturare lo stendardo nemico, ma poi soccombe sotto i colpi di innumerevoli nemici (Il capitano Richard Ridgeway, del Begal Staff Corps, otterra’ una Victoria Cross).
I cavalieri afgani vittoriosi dilagano lungo la vallata.A questo punto critico della battaglia molte cose succedono allo stesso tempo ed il comandante inglese perde l’iniziativa nella battaglia. Per fermare le cavallerie nemiche vengono schierate due compagnie, una di Gurka ed una di fanti indiani. Le unita’ serrano i ranghi, la fanteria indiana e’ ancora soggetta al tiro dalle alture, un tiro molto piu’ efficace di prima.La cavalleria afgana carica, ma sebbene sia soggetta al fuoco rapido non viene fermata dalle truppe britanniche i piena crisi di movimento. I britannici non offrono un fronte continuo e si trovano in inferiorità ‘ numerica.
Le due compagnie combattono con ardore, ma le perdite da tiro subite l’inferiorita’ numerica permette loro di causare perdite pesanti ma non di fermare le orde di cavalieri. A questo punto della battaglia dalle alture cominciano a scendere le fanterie fanatiche Ghazi, essi sentono che le sorti della battaglia stanno volgendo a loro favore.Una carica di ghazi coglie uno squadrone dei lancieri del Bengala in ordine aperto, che viene spazzato via. Una seconda compagnia indiana serra i ranghi e tiene l’urto della prima banda di Ghazi.Lungo la valle un gruppo di cavalieri afgani si spinge sul retro dello schieramento britannico. Sono il tiro a fuoco rapido, ad alzo zero, degli artiglieri britannici riesce ad annichilire questa minaccia.
Il generale Stewart a questo punto capisce di aver sottovalutato la minaccia nemica. Gli ordini dati all’avanguardia non gli hanno permesso di evitare l’imboscata e l’accesso a Kabul e’ ormai bloccato. Le truppe ricevono ordine di ritirarsi, gli afgani non spingono a fondo l’attacco contenti di aver ottenuto il loro obiettivo e consapevoli che un attacco all’arma bianca, all’aperto potrebbe costare loro troppe perdite.
Il gioco e’ stato molto divertente, forse meno divertente per il comandante dell’avanguardia inglese, che fino alla quinta mossa non poteva fare altro che avanzare in marcia lungo la strada.
I giocatori afgani hanno deciso di realizzare una difesa arretrata, mettendo le loro uniche poche truppe armate di fucili moderni sulla prima altura. Questa mossa, insieme alla cavalleria che e’ stata posizionata nella valletta sul lato opposto, e’ stata una moss evincente perché gli ha permesso di approntare un’imboscata che ha eliminato la grave minaccia dell’artiglieria inglese.
Dal canto loro i giocatori britannici hanno sempre mosso in reazione alle mosse afgane, cercando portare l’attacco sull’altura meglio difesa, allargando le loro truppe lungo un arco molto grande.La cavalleria in avanguardia e’ stat molto sfortunata ed ha dovuto sopportare isolata l’attacco di tutta la cavalleria afgana.
Il consolidamento dello schieramento lontano dal fuoco nemico sarebbe forse stato utile per rovesciare le sorti dello scontro, ma si sa, il “fog and heat of battle” complica le battaglie, che non sono mai come i comandanti se le aspettano.
Nel complesso il regolamento rende molto bene questo tipo di scontri, con la giusta dinamica. L’unico errore fatto dall’arbitro e’ stato nella soluzione delle mischie. Unita’ in supporto ad una unit’ in mischia devono anch’esse essere in contatto col nemico, mentre l’arbitro ha dato il bonus per unita’ in seconda linea. Qualche unita’ britannica avrebbe retto di piu’… Sorry Brits!!!
La vera battaglia
Ecco il resoconto della vera battaglia, con qualche immagine d’epoca. Nella battaglia vera gli inglesi consolidarono una posizione di difesa sulle alture alla loro sinistra e, anche se con difficolta’, riuscirono a mettere in rotta il nemico.